venerdì 6 gennaio 2012

Uno sguardo oltre la vita quotidiana

“Talora parliamo dell'Italia come se non fosse una cosa seria. E ci pare impossibile che siano esistiti uomini e donne per cui l'Italia era un ideale che valeva la vita, e per cui -Viva l'Italia!- furono le ultime parole.”

Con queste frasi, tratte dal libro “Viva l'Italia”, l'autore Aldo Cazzullo volge l'attenzione degli italiani sul travagliato ma onorevole passato della loro patria; l'Italia è uno stato deriso e rimproverato, benché segretamente amato da tutti noi. L'autore racconta le storie dei piccoli grandi eroi italiani, mettendo a confronto due movimenti essenziali della nostra storia: il Risorgimento e la Resistenza. Leggendo il libro e le imprese valorose di persone semplici, che hanno dato la vita per l'Italia, ci si dovrebbe sentire colpevoli di trascurare la nostra nazione. In passato, se mi fosse stato rimproverato di non combattere per migliorare la condizione della mia terra, o avessi sentito la classica e odiosa affermazione “Voi giovani d'oggi non fate nulla, vivete agiati grazie ai sacrifici delle generazioni che vi hanno preceduto”, mi sarei tempestivamente difesa sostenendo che il merito del valore dei giovani del passato è dovuto alla situazione estrema del mondo in cui vivevano. Ma dopo averci riflettuto, penso che il problema sia un'altro; il caos del mondo attuale e la frenesia della nostra vita, nascondono i problemi contro i quali potremmo batterci. Il mondo è sempre più complesso e ricco di nuovi elementi, la nostra vita quotidiana ha un ritmo serrato, siamo legati a numerosi impegni e non possiamo permetterci di fermarci un attimo. Quindi le possibilità sono due: o abbiamo la “fortuna” di imbatterci in un'ingiustizia che ci riguarda personalmente, e per questo motivo poi ci risulterà spontaneo impegnarci a combatterla, oppure cerchiamo di fare di più, più del nostro dovere da studenti o giovani lavoratori: andiamo noi a cercare, ad informarci e a documentarci sui problemi di questo mondo complesso; per poi usare la vitalità e l'intelligenza della nostra generazione per combattere e vincere. Questo offrirebbe a noi la possibilità di vivere grandi emozioni e la soddisfazione di aver raggiunto grandi obiettivi, e al mondo un motivo in più per sorridere. E perché non partire proprio dalla nostra problematica mamma, l'Italia?
Ester Ricci

E se con il tempo il pudore sparisse del tutto?

 "Le emozioni andavano tenute sotto controllo. Esibirle sarebbe stato il massimo del cattivo gusto.”
Marisa Ombra, La bella politica 

Come mai siamo passati da una società in cui tutti i più piccoli gesti affettivi venivano tenuti nascosti, perché quello che era privato doveva rimanere strettamente privato, ad un mondo in cui l'esibizionismo diventa fondamentale per alcune coppie? La riservatezza era sacra, non solo per i coniugi ma per tutta la famiglia, le vicende e i fatti che accadevano e venivano discussi in casa dovevano rimanere in quel contesto. Non possiamo attribuire questo modo di agire ad una legge interna, ma più che altro ad una tradizione inviolabile. Trasgredire questa norma era come tradire la tua casa, vediamo che ancora oggi alcune famiglie all'antica mantengono questa consuetudine che però soprattutto nei legami di coppia ha dovuto “modernizzarsi”, ad esempio, non ci scandalizziamo più nel vedere una coppia intenta a esprimere liberamente la propria attrazione fisica con gesti abbastanza erotici, restano solamente gli anziani a ricordarci il pudore di una volta, quel pudore che si insegnava soprattutto alle ragazze, ma che in fine veniva automatico perché impresso nella cultura di quel tempo. Oggi purtroppo quel modo di rapportarsi con gli uomini è andato perduto, prendiamo per esempio, se non direttamente, indirettamente dal comportamento degli altri, gli atteggiamenti delle persone nei programmi televisivi come Grande Fratello. L'ideale sarebbe trovare un equilibrio tra le due epoche, tra la libertà di oggi e la discrezione di una volta. Certo ognuno è libero di fare quello che si sente, logicamente nei limiti giuridici, ma non sarebbe male se le donne si facessero desiderare di più; così cambierebbe anche la concezione della donna da parte dell'uomo che non la vedrebbe più solamente come un oggetto per il suo divertimento ma come una persona con dei sentimenti e capace di farsi rispettare e amare.
Chiara Di Luca